domenica, 22 Dicembre 2024
spot_img
HomeculturaTorna il Sicilia Queer filmfest: dal 30 maggio al 5 giugno ai...

Torna il Sicilia Queer filmfest: dal 30 maggio al 5 giugno ai Cantieri Culturali della Zisa

Ecco la 12ª edizione del Sicilia Queer filmfest: il programma completo e i vincitori

La dodicesima edizione del Sicilia Queer filmfest si svolgerà a Palermo dal 30 maggio al 5 giugno 2022 ai Cantieri Culturali alla Zisa, tra il Cinema De Seta e gli altri spazi della grande cittadella culturale palermitana.

Il Sicilia Queer filmfest apre la sua 12ª edizione lunedì 30 maggio, alle ore 20.30 presso il Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa), con il progetto LAMBDAPHONE di Roy Paci pensato in esclusiva per il Festival e con il film Hideous di Yann Gonzalez e il cortometraggio Bebé colère di Caroline Poggi e Jonathan Vinel.

In 7 giorni di programmazione il SQFF presenterà: 9 film di autori significativi, poco conosciuti al grande pubblico in concorso nella sezione Nuove Visioni13 film in concorso nella sezione Queer Short, la cui la stragrande maggioranza sono girati da donne e portano le tracce di un passato queer emarginato dalla storiografia dominante; 19 titoli della sezione Panorama Queer, che vede la presenza della regista americana Madeleine Olnek, la francese Claire Simon, l’inglese Beatrice Gibson e l’argentino Eduardo Williams; la personale in anteprima in Italia dedicata a Mark Rappaport, regista, critico cinematografico e pioniere del video-saggio; la sezione Carte Postale à Serge Daney, che si sofferma sulla storia del cinema; Retrovie italiane, che rende omaggio a Carlo Lizzani e Pier Paolo Pasolini; il Premio Nino Gennaro allo scrittore David Leavitt; e ancora Letterature Queer, la sezione Arti Visive con la mostra Rita Casdia. Eden e l’installazione A Week’s Notice di Tomaso De Luca; la sezione Letterature Queeranteprimeincontri con gli autoriapprofondimenti e tanto altro.

Il Festival saluterà il pubblico la sera di domenica 5 giugno (sempre al Cinema De Seta, Cantieri Culturali alla Zisa) con la proiezione di Vortex di Gaspar Noé, che sarà preceduta dalla cerimonia di premiazione.

Bearded Birds – il trailer originale che accompagnerà questa edizione del SQFF – è realizzato dalla regista francese Marie Losier.

INFO / PROGRAMMA 
https://www.siciliaqueerfilmfest.it/edizioni/sicilia-queer-2022

BIGLIETTI
Ingresso Intero 5 € / Ridotto queer card 4 € / Studenti 3 €


Mark Rappaport


È Mark Rappaport il protagonista della sezione Presenze dell’edizione 2022 del SQFF. Al regista, critico cinematografico e pioniere del video-saggio è dedicata – per la prima volta in Italia – la personale a cura di Andrea Inzerillo e Tommaso Isabella, che partirà da Palermo e proseguirà in autunno con ulteriori tappe in collaborazione con i festival Filmmaker di Milano e I mille occhi di Trieste.
Gli spettatori avranno modo di scoprire uno dei più grandi tesori nascosti del cinema indipendente americano, conoscere la sua produzione più recente e incontrare il regista al Cinema De Seta di Palermo.

Mark Rappaport (New York, 1942) – I primi cortometraggi di Mark Rappaport, sempre a cavallo tra narrazione e sperimentazione, risalgono alla metà degli anni Sessanta. Negli anni Settanta il regista si impone all’attenzione internazionale con lungometraggi innovativi come Casual Relations (1974), Mozart in Love (1975) e The Scenic Route (1978). La sua produzione prosegue con continuità nel segno della trasformazione, e a partire dagli anni Novanta – prima con Rock Hudson’s Home Movies (1992) e poi con From The Journals of Jean Seberg (1995) – dà vita a una produzione originale e inconfondibile che lavora in direzione di una rilettura critica e in controtendenza della storia del cinema classico, con particolare attenzione agli attori e alle attrici del grande cinema americano degli anni Quaranta e Cinquanta. Il suo sguardo ironico e anticonformista indaga le corrispondenze segrete tra i capolavori di Hollywood e le mitologie collettive dello star system, muovendosi tra aneddoti e grande storia, gossip e fantasie spettatoriali, tenendo insieme possibilità e realizzazioni che costituiscono fino ad oggi l’immaginario creato dal grande cinema popolare.
Le sue “false autobiografie”, cui si dedica in maniera pressoché esclusiva a partire dagli anni Duemila, sono autoritratti allo specchio sui generis, film che mescolano verità e finzione in un gioco di invenzione continuo che si muove strutturalmente tra serio e faceto. Ne sono protagonisti attori celebri come Rock Hudson, Jean Seberg, Anita Ekberg, Danielle Darrieux, James Mason, Joan Crawford e Lana Turner, ma anche nomi meno noti della storia (ma non meno iconici, protagonisti di film di grandi autori come Fritz Lang, Alfred Hitchcock, Howard Hawks ecc.) quali Debra Paget, Marcel Dalio, Chris Olsen, Turhan Bey, Will Geer e molti altri.
Il risultato è quello di un rimescolamento delle carte e dei canoni inedito, originale e spesso gioiosamente provocatorio. Gli interessi di Rappaport spaziano dai melodrammi di Douglas Sirk ai capolavori del cinema d’autore europeo, da Max Ophüls a Jacques Tati fino a Robert Bresson, da Casablanca Orizzonti di gloria passando per L’anno scorso a Marienbad. Nella sua personalissima controstoria del cinema gli elementi che ordinariamente sembrano in secondo piano nei film assumono una nuova centralità, e a diventare protagonisti sono allora gli attori ebrei in fuga dall’Europa degli anni Trenta e quelli perseguitati dal maccartismo nell’america degli anni Cinquanta, gli omosessuali e le lesbiche cancellati da una morale perbenista e persino gli oggetti e le scenografie che sembrano invisibili agli occhi degli spettatori ordinari. Lo sguardo di Rappaport – tra le firme più preziose di una celebre rivista di cinema come Trafic, fondata da Serge Daney – illumina di una nuova luce la prospettiva del cinema sul Ventesimo secolo, mostrando con leggerezza e acume teorico ciò che nei film è ben nascosto in superficie, realizzando un lavoro di grande raffinatezza e nello stesso tempo capace di parlare al grande pubblico.
Il critico americano Jonathan Rosenbaum, tra i maggiori estimatori del suo lavoro, ha scritto che Rappaport è autore di “un cinema glamour fatto in casa” e che i suoi film occupano quella “terra di nessuno che si situa tra l’avanguardia e il mainstream”.

Les amours de Anaïs di Charline Bourgeois-Tacquet

Mercoledì 27 aprile alle ore 20.30 presso il Cinema Rouge et Noir di Palermo il Sicilia Queer filmfest presenta, in anteprima rispetto all’uscita nelle sale, Les amours de Anaïs (2021) di Charline Bourgeois-Tacquet. La proiezione, realizzata in collaborazione con il Cinema Rouge et Noir e con Officine UBU, fa parte degli appuntamenti di avvicinamento alla dodicesima edizione del Festival in programma a Palermo dal 30 maggio al 5 giugno 2022.

Les amours de Anaïs (2021) di Charline Bourgeois-Tacquet


Anaïs ha trent’anni, è senza un lavoro, vive alla giornata in un appartamento che non può permettersi… e corre. Corre sempre e sembra essere inafferrabile, così come lo sono suoi pensieri. La sua vita è così frenetica che nemmeno il suo fidanzato, di cui lei ogni tanto si scorda, sembra riuscire a fermarla. Un giorno però, Anaïs incontra Daniel, un editore che s’innamora immediatamente di lei. Ma Daniel vive con Emilie, un’affascinante scrittrice che, apparentemente in modo inspiegabile, cattura l’attenzione di Anaïs. Le loro strade s’incrociano per un caso fortuito e questo incontro scatena in Anaïs un sentimento che mai aveva provato prima. La ragazza decide così di fare il possibile per incontrare nuovamente Emilie, seguendola ovunque pur di trascorrere del tempo insieme e con lei… fermarsi. Inizia così la storia di una giovane donna irrequieta e di un incontro indimenticabile che le cambierà la vita.


Rita Casdia e Tomaso De Luca sono i protagonisti della sezione Arti Visive della dodicesima edizione del Festival

Sempre attento ad esplorare le relazioni tra il mondo del cinema e quello delle arti visive, l’edizione 2022 del Sicilia Queer filmfest, in programma a Palermo dal 30 maggio al 5 giugno, presenta la mostra Rita Casdia. Eden, a cura di Antonio Leone e Paola Nicita – allestita presso il Museo Riso dal 27 maggio al 27 giugno; e l’installazione A Week’s Notice di Tomaso De Luca, a cura di Donato Faruolo – visibile presso lo spazio Haus der Kunst (Cantieri Culturali alla Zisa) dal 29 maggio al 5 giugno.

Rita Casdia. Eden

La ricerca di Rita Casdia si concentra principalmente sui meccanismi elementari dei sentimenti, con uno sguardo attento alle dinamiche generate dai legami affettivi. La messa in scena di questi mondi emozionali si snoda attraverso una struttura narrativa spezzata e disinibita dove si condensano citazioni all’iconografia classica, elementi casuali, quotidianità spicciola, riferimenti al vissuto dell’artista e alla sua produzione onirica. La video animazione, il disegno e la scultura sono elementi che coesistono nelle installazioni dell’artista, articolandone l’universo espressivo in funzione della complessità dei contenuti emozionali e simbolici tematizzati.
Il focus delle recenti opere di Casdia è il processo di cambiamento, mutazione, di trasformazione in altro, colto nel suo atto di potenza. Nei lavori in mostra, disegni, video e sculture, l’artista mette in scena un Eden di creature in divenire; anatomie che sfuggono alla rigidità della determinatezza mostrandosi in eterna mutazione, soggetti fluidi, non necessariamente in cerca di un approdo, che potrebbe anche non arrivare mai. Come in Storie, 2021, 50 disegni, (inchiostro al gel su carta, 42X29,7cm), caratterizzati dalle presenza di figure antropomorfe, da colori molto vivaci – nell’inconfondibile stile dell’artista – che compongono un nuovo universo animato da piccole entità in metamorfosi. Sempre legato al tema delle metamorfosi e della rinascita, Unique double, 2021, (10 m lunghezza, diametro 90cm, peluche, ovatta, polimer clay), grande reperto invertebrato, un essere simbolico, ancestrale, anch’esso in divenire: un verme rosa, carnoso e morbido a due teste, che l’artista presenta nella sua trasformazione in atto, ancora non compiuta.
Fra i video in mostra anche Tree Story, 2021 (claymation, 3’20’’), video animazione realizzata in stop motion, in cui piccole sculture modellate in plastilina prendono vita per dare forma a meditazioni sulla genesi e il destino degli essere umani e sulla vita.

La mostra, a cura di Antonio Leone e Paola Nicita, è prodotta da Sicilia Queer in collaborazione con ruber.contemporanea.

Orari: martedì – sabato: ore 9 – 18.30 / domenica: ore 9 – 13; inaugurazione: 27 maggio, ore 18.30.

Tomaso De Luca – A Week’s Notice

A Week’s Notice, installazione video e sonora su tre canali vincitrice del Premio Maxxi Bvlgari 2020, trasforma l’architettura domestica in uno spazio disorientante, dove il senso di perdita e di precarietà diventano però elementi generativi di una ricostruzione.
L’opera parte proprio dalla necessità di creare un “finale alternativo” allo spietato fenomeno della gentrificazione dell’AIDS. Mentre la comunità omosessuale, che tra gli anni ’80 e ’90 fu la più colpita dall’epidemia, scompariva, il mercato vedeva in quella strage un’opportunità: mobili e beni personali venivano gettati per strada e gli appartamenti rimessi sul mercato per affittuari più sani e abbienti. Nel tentativo di riconquistare questo spazio perduto, l’artista presenta un’ode al disfacimento dell’architettura, fatto di miniature che volano, crollano e impazziscono, ricercando la bellezza nell’instabilità e facendo del trauma un territorio di creazione.
A Week’s Notice prende ispirazione da una collezione di fotografie raccolte durante gli anni ’80 e ’90 da Patrick, il proprietario di Autoerotica, un sex shop di San Francisco attivo tutt’oggi. Si tratta di fotografie erotiche amatoriali, scattate dagli abitanti di Castro Market, zona storicamente occupata dalla comunità queer.
Quando l’AIDS comincia a diffondersi, nell’indifferenza generale delle istituzioni, la conta delle morti cresce quotidianamente. Si dava così inizio a ciò che Sarah Schulman chiama la gentrificazione dell’AIDS: si svuotano interi quartieri, quelli in cui la comunità LGBTQ si era insediata, intere zone urbane diventano improvvisamente disabitate.
Negli anni Patrick ha raccolto le fotografie appartenute a queste persone, spesso salvandole dalla strada o ricevendole in dono dagli amici dei defunti. Ciò ha permesso la sopravvivenza e la diffusione di una memoria che sarebbe altrimenti andata perduta. Le foto testimoniano la resilienza di una comunità davanti a un’epidemia (resa tale dalla politica), la perseveranza di una gioia e di una necessità vitalista, mentre la “macchina” – come l’avrebbe chiamata Audre Lorde – continuava imperterrita a macinare e inghiottire, abbandonando le persone e consegnandone all’oblio gli spazi, gli oggetti, i mobili.

La mostra, a cura di Donato Faruolo, è prodotta da Sicilia Queer in collaborazione con Haus der Kunst #1 – Düsseldorf – Palermo.

Orari -> tutti i giorni: ore 16 – 22; inaugurazione: 29 maggio, ore 18.

Annunciate le giurie della 12esima edizione del Festival

È composta dal direttore artistico del New York Film Festival, l’americano Dennis Lim, dal pluripremiato produttore indipendente spagnolo Lluís Miñarro, dalla produttrice francese Judith Lou Lévy (vincitrice del gran premio della giuria a Cannes per Atlantique di Mati Diop), dal regista argentino Eduardo Williams (già vincitore di Cineasti del presente al festival di Locarno) e dalla regista spagnola Tuixén Benet, vincitrice ex aequo del concorso del Sicilia Queer 2021 con Aloma i Mila la giuria internazionale della dodicesima edizione del Sicilia Queer filmfest, in programma a Palermo dal 30 maggio al 5 giugno.

La giuria valuterà i 9 lungometraggi in concorso per la sezione Nuove Visioni, a cui sarà assegnato un premio di 1000€, e i 13 cortometraggi in gara per la sezione Queer Short, a cui sarà assegnato un premio di 500€.

Accanto alla giuria internazionale altre due giurie per il Festival: quella storica costituita dal Coordinamento Palermo Pride, mentre la novità di quest’anno è che il SQFF è il primo dei festival AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema) a ospitare una giuria composta da tre critici italiani che assegnerà il Premio della Critica SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani). I tre giurati che si occuperanno di dare questo premio sono Emanuele Di NicolaFranco La Magna e Gaia Simionati.

Il Concorso Internazionale di lungometraggi dedicato alle Nuove Visioni incarna lo spirito del Sicilia Queer, accostando nomi di autori più riconosciuti, anche se poco noti al grande pubblico, a scoperte più nascoste, in un gioco tra alto e basso, piccolo e grande che corrisponde all’essenza della settima arte. Titoli che rappresentano nuove visioni perché di autori giovani, ai primi lavori, o perché radicalmente diversi rispetto a ciò che si è soliti vedere sul grande schermo, rispetto alle narrazioni tradizionali, ai codici e ai canoni: film che dialogano con il cinema queer dal punto di vista tematico o formale, sempre in modo non didascalico e con uno sguardo ampio che ha il cinema al centro dei nostri interessi. 

Quest’anno la selezione delle opere per il Concorso Internazionale di cortometraggi Queer Short rimette al centro l’operazione più alta che i grandi film fanno sempre, ovvero partecipare a (ri)scrivere la storia. Che si tratti di storie personali o di destini collettivi, i film che saranno presentati in concorso, la stragrande maggioranza dei quali diretti da donne, portano le tracce di un passato queer emarginato dalla storiografia dominante, e contribuiscono a riequilibrare in questo modo ciò che sembra essere stato escluso dalle narrazioni e dai canoni ufficiali.

IL PROGRAMMA DI LUNEDÌ 30 MAGGIO
Il Sicilia Queer filmfest apre ufficialmente la sua 12ª edizione lunedì 30 maggio, alle ore 20.30 presso il Cinema De Seta, con il progetto LAMBDAPHONE di Roy Paci pensato in esclusiva per il Festival. La performance di Roy Paci, Vincenzo Vasi e Massimo Ottoni è ispirata al multisignificato dell’undicesima lettera dell’alfabeto greco LAMBDA: completo scambio di energia e al tempo stesso simbolo del movimento di liberazione omosessuale negli anni Settanta in quanto lettera iniziale del verbo greco lýein, “sciogliere, liberare”.
Ma già dal pomeriggio, a partire dalle ore 16.00 sempre al Cinema De Seta, si proietta First Time/The Time for All but Sunset – VIOLET (2021), film senza dialoghi del tedesco di Nicolaas Schmidt capace di radicarsi nella mente dello spettatore, ponendo infinite domande e suscitando sensazioni diverse. Alle ore 18.30 è la volta di I gioielli di Madame de… (1953), intramontabile classico di Max Ophüls, sontuosamente interpretato da Danielle Darrieux, Charles Boyer e un Vittorio De Sica in stato di grazia. Si prosegue con Hideous (2022) di Yann Gonzalez, in cui il regista ibridando il videoclip musicale e il cinema di serie B, prosegue nella sua esplorazione notturna del desiderio; e Bébé colère (2020) di Caroline Poggi e Jonathan Vinel, vivido ritratto del nostro tempo firmato da due registi che descrivono la violenza della normalità in modo radicale.

PROGRAMMAhttps://www.siciliaqueerfilmfest.it/edizioni/sicilia-queer-2022

BIGLIETTI
Ingresso: Intero 5 € / Ridotto queer card 4 € / Studenti 3 €

LAMBDAPHONE / Serata di apertura
Un progetto di Roy Paci (tromba, flicorno, laptop, noise), con Vincenzo Vasi (basso, voce, theremin, electronics) e Massimo Ottoni (video installazioni): 15€

IL PROGRAMMA DI MARTEDÌ 31 MAGGIO

Oggi il Sicilia Queer filmfest apre la sua seconda giornata presso il Cinema De Seta alle ore 16.00 con The End of Wonderland di Laurence Turcotte-Fraser (Canada, 2021). Mentre si appresta a realizzare il suo visionario progetto di un film porno fantascientifico, l’artista transessuale Tara Emory è costretta ad affrontare sia lo sgombero del suo studio fotografico, che i suoi problemi personali. Coniugando le immagini del film di Emory a quelle del suo privato, la regista riesce a trovare un equilibrio formale tra due parti di vita apparentemente inconciliabili.

Alle ore 16.30 presso la Sala Wenders del Goethe-Institut Mark Rappaport – regista, critico cinematografico e pioniere del video-saggio, a cui il SQFF quest’anno dedica la personale – presenta Blue Streak(Stati Uniti, 1971), manifestoprogrammatico di un autore che contesta la netta separazione tra cultura alta e cultura bassa; maschile e femminile; umano e animale; linguaggio aulico, medico, scientifico e linguaggio quotidiano, gergale, volgare: un invito a tenere in considerazione che ciò che si sta cercando possa trovarsi nei luoghi apparentemente più impensabili; e The Silver Screen: Color Me Lavander(Stati Uniti, 1997), una controstoria del cinema in salsa gay attraverso un viaggio fatto dell’accostamento di spezzoni tratti da film prodotti tra gli anni ’30 e gli anni ’60 ad Hollywood sulle tracce di allusioni e doppi sensi che fanno riferimento all’omosessualità; si prosegue alle ore 18.30 con Viva Foreverdi Sinje Köhler (Germania, 2021),film sulla generazione delle trentenni alle prese con le difficoltà di un’indipendenza raggiunta a fatica e i danni di una educazione sentimentale mancata o del tutto fallimentare, che rientra nella rassegna Fernweh. In viaggio con il cinema tedesco del Goethe-Institut.

Alle ore 18.30, presso il Cinema De Seta si proietta El auge del humano (Argentina, 2016), ritratto spietato e empatico della “gioventù bruciata” dei millennials, vincitore del Pardo d’Oro al concorso Cineasti del Presente del Festival di Locarno nel 2016, a cui segue The Canyon di Zachary Epcar (Stati Uniti, 2021), film che ha il potere di immergere lo spettatore nelle infrastrutture del desiderio su cui è costruito il nostro presente.

Alle ore 20.30 è la volta di Wild Nights with Emily di Madeleine Olnek (Stati Uniti, 2018), commedia drammatica all’insegna dell’ironia, che rilegge in modo diverso e originale la storia della grande poetessa statunitense Emily Dickinson, offrendole una nuova vita e un nuovo spazio per respirare. Il film, che sarà distribuito nelle sale italiane dal 1 giugno, comincia il suo tour in anteprima dal Sicilia Queer; segue Jerekdi Gisèle Vienne (Francia, 2021), lavoro che prende spunto dal racconto di Dennis Cooper ispirato a fatti di cronaca: un’esperienza viscerale della violenza e dello sguardo che la osserva.

La giornata termina alle ore 22.30 alle Terrazze dell’Institut français con Porporadi Roberto Cannavò (Italia, 2021), che racconta la storia dell’attivista transessuale Porpora Marcasciano in un viaggio da Bologna al Sud Italia. Un viaggio nella Storia che è anche un viaggio in Italia, un invito alla creazione di un ponte tra vecchie e nuove generazioni tramite interviste, testimonianze e materiale di repertorio.

IL PROGRAMMA DI MERCOLEDÌ 1 GIUGNO 2022

Terza giornata per il SQFF che apre la sua programmazione presso il Cinema De Seta alle ore 16.00 con Extraneous Matter di Kenichi Ugana (Giappone 2021), film dalla messinscena artigianale e ipercinetica simile a quella che ha reso celebre il cinema cyberpunk nipponico degli anni ’80: un inno a una possibile liberazione dalle pastoie sociali all’insegna della riscoperta del desiderio; segue 918 GAU di Arantza Santesteban Perez (Spagna, 2021), lavoro intimo e politico, profondo e necessario di una regista che crede nel potere del cinema e che si interroga sulla forza del documentario di creazione. Premiato come miglior film in numerosi festival tra cui DocLisboa, Novos Cinemas di Pontevedra e Torino Film Festival.
Alle ore 16.30 invece, presso la Sala Wenders del Goethe-Institut, si proietta Gendernauts. A Journey Through Shifting Identities di Monika Treut (Germania 1999), film che esplora i fenomeni di fluidità di genere alla fine del millennio a San Francisco. La regista guida coraggiosamente lo spettatore in un nuovo mondo in cui le donne biologiche usano il testosterone per diventare uomini, dove gli uomini si sottopongono a interventi chirurgici per diventare donne e dove alcuni uomini e donne scelgono di esistere al limite del genere come intersessuali; a cui segue, sempre di Monika Treut, Genderation (Germania, 2021), lavoro con cui la regista – venti anni dopo Gendernauts – torna a incontrare i protagonisti di quel film: ne scaturisce una rappresentazione intima delle identità mutevoli e del viaggio di coloro che lottano per superare il concetto di binarismo e di vivere le loro vite in modo autentico.
Alle ore 18.00 al Cinema De Seta è la volta di quattro cortometraggi firmati da Mark Rappaport: si parte con Sergei/Sir Gay(Stati Uniti, Francia 2017), viaggio eccentrico nel cinema di Sergej M. Ejzenštejn alla ricerca di gesti allusivi, suggestioni omoerotiche e accensioni passionali tutt’altro che “ortodosse”, per proseguire con Max & James & Danielle (Stati Uniti, Francia 2015); Tati VS. Bresson: The Gag (Stati Uniti, Francia 2016) che analizza il rapporto che i due cineasti intrattengono con il suono e l’immagine, e da qui si estende fino a rivelare imprevedibili consonanze grazie a una curiosità illuminata, capace di smarcarsi dai luoghi comuni e dai ligi approdi della storiografia; The Stendhal Syndrome or My Dinner with Turhan Bey (Stati Uniti, Francia 2020).
Dalle ore 20.30 è la volta di 7 cortometraggi inseriti nel concorso Queer Short, a partire da Dans le silence d’une mer abyssale(Belgio, 2020) firmato da Juliette Klinke, che attraverso estratti di film diretti da registe donne tra il 1896 e il 1940 rimette in discussione la storia del cinema e immagina un futuro diverso in cui anche le cineaste siano considerate come meritano; a cui segue Aos dezasseis/At Sixteen di Carlos Lobo (Portogallo, 2022); Amygdaladi Maria Hatzakou (Grecia, 2021), gioco al massacro tutto al femminile, un coming of age horror che guarda a Carpenter e Argento ma anche a Bigelow e Amirpour, tra erotismo pulsante e tensioni stregonesche;Mémoires de médusesdi Morgane Gaëlle Frund (Svizzera, 2021); St. Judedi Pauline Quinonero (Francia, 2021), storia d’amore e di fantasmi, una poesia sul potere dell’amore; Too Roughdi Sean Lìonadh (Regno Unito, 2022); per chiudere conL’incanto di Chiara Caterina (Italia, 2021).
Alle ore 22.30 la sezione Panorama Queer presenta Masking Threshold di Johannes Grenzfurthner (Austria, 2021). Sempre alle ore 22.30 ma alle Terrazze dell’Institut français Bartolomeo Pampaloni presenta il suo Lassù(Italia, Francia 2022). Lontano da una Palermo caotica che sembra aver perso il contatto con ogni forma di spiritualità, vive Nino o, come preferisce essere chiamato, Isravele, muratore semianalfabeta, che ha deciso di abbandonare la propria famiglia e dedicare la vita a Dio. In un’elevazione della massima benedettina ora et labora, il protagonista si dedica da più di vent’anni alla costruzione di un tempio, nato dalle rovine di un vecchio osservatorio in disuso. Per la realizzazione del suo documentario, il regista ha osservato a lungo la vita di questo profeta moderno, incoraggiando chi guarda a fare i conti con le responsabilità che gli umani hanno verso la natura.

GIOVEDÌ 2 GIUGNO

Giro di boa per il SQFF che alle ore 16.30 presso il Cinema De Seta presenta 4 cortometraggi di Beatrice Gibson a partire da Agatha (Regno Unito, 2012), viaggio psicosessuale nell’alterità, alla scoperta del somatico capace di sostituire la parola. Un’opera ispirata a un sogno del compositore Cornelius Cardew, rappresentante radicale dell’avanguardia musicale; per poi proseguire con I Hope I’m Loud When I’m Dead (Regno Unito, 2018); Deux sœurs qui ne sont pas sœurs (Francia, Regno Unito 2019), lavoro basato su una sceneggiatura di Gertrude Stein, scritta nell’Europa fascista del 1929, con la partecipazione della celebre poetessa americana Alice Notley, l’educatrice Diocouda Diaoune, le registe Basma Alsharif e Ana Vaz e l’artista Adam Christensen, che indaga la maternità e il futuro. Una spirale di immagini spezzate e incalzanti, come in un thriller congegnato secondo le logiche imponderabili dei sogni; Dear Barbara, Bette, Nina (Francia, Regno Unito 2021), progetto commissionato nel 2021 dal Punto de Vista Film Festival, è un atto di amore anche nei confronti del cinema. Alla proiezione seguirà un incontro tra la regista e Dennis Lim, direttore artistico del New York Film Festival.

Alle ore 18.00 il Cre.Zi. Plu ospita l’incontro Mark Rappaport. Il Cinema tra parentesi, durante il qualeil regista sarà in dialogo con Pierre Eugène (Cahiers du Cinéma) e i curatori della retrospettiva a lui dedicata Tommaso Isabella e Andrea Inzerillo. Un incontro per entrare nei meandri del cinema Rappaport, per mettere in connessione la cinefilia dei suoi lavori con le analisi dei critici e degli appassionati. Un confronto per parlare di critica cinematografica anche a partire dall’esperienza della rivista Trafic fondata da Serge Daney e per provare a restituire al pubblico del Sicilia Queer lo sguardo innamorato dell’autore per il cinema e le sue storie: Ejzenštejn e Anita Ekberg, Jacques Tati e Rock Hudson, Bresson e Hitchcock.

Alle ore 18.30, sempre al De Seta spazio al Concorso Internazionale di lungometraggi con Freedom From Everything di Mike Hoolboom (Canada, 2022), dove le reazioni a due pandemie globali (AIDS e COVID) sono il punto di partenza per analizzare le falle del sistema capitalistico e del neoliberismo e ripensare la definizione stessa di libertà che si spinge fino svincolare l’individuo dalle regole di convivenza sociale, dalla solidarietà, dal lavoro. Alle ore 20.30 si proietta The Vanity Tables of Douglas Sirk di Mark Rappaport (Stati Uniti, 2014), a seguire – sempre di Rappaport – Rock Hudson’s Home Movies (Stati Uniti, 1992), analisi, intrisa di sagace umorismo, dei frammenti dei film più celebri nei quali il divo ha preso parte, che li trasforma in intimi scampoli di pellicola trafugati da un archivio di filmini di famiglia, lasciando emergere la personalità della quale, come personaggio pubblico, era stato deprivato: una personalità che solo la morte e il cinema che diventa pratica d’archivio possono riassegnare. Alle ore 22.30 è la volta di The Cathedral di Ricky D’Ambrose (Stati Uniti, 2021), storia di una famiglia americana raccontata attraverso i primi vent’anni di vita del protagonista Jesse, dalla nascita al college. Fiction e documentario si mescolano nel film di una delle nuove promesse del cinema indipendente americano, per raccontare tutto quello che si cela dietro relazioni familiari apparentemente “normali”.

Sempre alle ore 22.30, ma presso le Terrazze dell’Institut français, si proietta Il tempo della tartaruga di Costanza La Bruna (Italia, 2021). Prendendo ispirazione da un sogno lucido e da una tartaruga, attentamente studiata, la regista decide di seguire la propria fidanzata durante una campagna archeologica sull’isola di Ustica. Il primo lockdown costringerà la coppia a rimandare l’incontro programmato e ad analizzare con occhi diversi il vuoto, esistenziale e fisico, sancito dal nuovo corso storico. Una quasi favola sul tempo e sulla Storia, osservati con gli occhi dell’impazienza.

VENERDÌ 3 GIUGNO 2022

La quinta giornata del Festival si apre alleore 16.00presso il Cinema De Seta con Grosse Freiheit di Sebastian Meise (Germania, Austria 2021), dramma con echi kafkiani in cui il protagonista, interpretato magistralmente da Franz Rogowski, ci fa evadere dalla prigione mentale che accompagna l’esperienza della carcerazione e si riappropria con leggerezza dei piaceri stereotipati della vita in prigione perché sa che la vera libertà è altrove.
Spazio ai libri con Drag. Storia di una sottocultura, di Eleonora Santamaria che sarà in dialogo con Sofia Torre. Il libro, che dà voce alle protagoniste, reali o immaginarie, di un fenomeno che esplode di vita, si presenta alle ore 18.00 al Cre.Zi. Plus.
Alle ore 18.15 appuntamento con Tempesta su Washington (Stati Uniti, 1962), grande classico della storia del cinema firmato da Otto Preminger.
Si prosegue alle ore 20.30 con Petite Nature di Samuel Theis (Francia, 2021), in cui il regista affronta il tema del determinismo sociale che ci influenza fin dalla nascita e della necessità di partire e di rivendicare uno spazio per sé stessi. E filmare l’infanzia diventa l’occasione per esplorare le “prime volte” del risveglio emotivo, intellettuale e sessuale che è alla base di ogni desiderio di emancipazione.
A partire dalle ore 22.30 spazio ai cortometraggi con Perchés/Floating di Guillaume Lillo (Francia, 2021), film fatto di frammenti, footage presi da internet, immagini distorte e caleidoscopi in cui la voice over del protagonista accompagna lo spettatore in aneddoti di una vita che non sa più dove trovare l’equilibrio; Um quarto na cidade di João Pedro Rodrigues e João Rui Guerra da Mata (Portogallo, 2021), dichiarazione d’amore nei confronti di Jacques Demy, regista prematuramente scomparso, diventa un modo per celebrare e rendere immortale la sua opera; Sad Cowboy Platonic Love (Svizzera, 2021), film d’esordio di Ciel Sourdeau che sfrutta il potenziale queer del cinema di genere, realizzando una fiaba anarchica che reinventa le figure del cowboy e del drago e sovvertendo la struttura lineare dei racconti d’avventura; Kerel/Sea Of Lovedi Jon Cuyson (Filippine, 2021), in cui mescolando immagini d’archivio con testi, filmati e found footage, il protagonista rievoca il rapporto con sé stesso, con il suo amante, con la sua famiglia e con il suo paese; Ob Scena di Paloma Orlandini (Argentina, 2021), diario investigativo che esplora la crescita sessuale di una donna, tra interventi chirurgici, sensazioni nuove e incontro/scontro con l’immaginario pornografico; per chiudere con Mars Exalté di Jean Sébastien-Chauvin (Francia, 2022), girato da Chauvin, prodotto da Yann Gonzalez e Bertrand Mandico e interpretato da Alain Garcia Vergara, già autore del trailer del Sicilia Queer 2018, un film imperdibile per il pubblico del nostro Festival.
Alle ore 22.30 I Candelai ospita il Queer Party, per una serata di musica e balli sfrenati, con dj set a cura di Ethik, Eva Ernst, A Colder Consciousness. 

SABATO 4 GIUGNO 2022Penultima giornata del Sicilia Queer filmfest che apre alle ore 16.00 presso il Cinema De Seta con quattro cortometraggi di Mark Rappaport, a partire da: Debra Paget, For Example (Stati Uniti, Francia 2016), ritratto di un’attrice promettente, una starlet mai divenuta diva, un corpo sacro e profano, un volto da “Madonna addolorata” e la somma “Principessa del kitsch”. Per poi proseguire con Chris Olsen – The Boy Who Cried (Stati Uniti, Francia 2016). Chris Olsen è stato un attore fin da quando era in fasce e ha raggiunto la sua età dell’oro tra gli 8 e i 10 anni, collaborando con alcuni tra i più grandi registi attivi a Hollywood negli anni ’50, da Ray a Boetticher, da Cukor a Minnelli, da Hitchcock a Sirk. Un bambino dall’aspetto comune che sapeva piangere al momento giusto e in maniera convincente, l’incarnazione di un pianto simbolico che preannuncia la morte del patriarcato soffocante e la nascita di un uomo consapevole della propria fragilità; Will Geer – America’s Grandpa (Stati Uniti, Francia 2018) sull’attivista agitatore politico Will Geer, inserito nella lista nera durante l’era McCarthy: un socialista militante, strenuo difensore dei diritti gay, e il capostipite di una delle famiglie più amate della nazione; e chiudere con Martin und Hans (Stati Uniti, 2021). Martin Kosleck e Hans Heinrich von Twardowski lasciano la Germania hitleriana e vivono una relazione sentimentale. Martin è ebreo, Hans è omosessuale. Il primo è ancora una giovane promessa, il secondo ha invece all’attivo importanti collaborazioni che risalgono alla grande stagione del cinema muto tedesco (ha lavorato con Murnau, Lang, Wiene). C’è solo un piccolo attrito: mentre Hans cerca di smarcarsi da ruoli preconfezionati dedicandosi al teatro, Martin rimane sempre più imbrigliato nelle parti del nazista di turno o del sospettato dall’accento insolito.
Spazio ai libri con I miti allo specchio a cura di Sara Manuela Cacioppo, Giovanna Di Marco, Ivana Margarese. Il libro, un’antologia che intende restituire la parola a personaggi femminili del mito spesso occultati o marginalizzati, attraverso una pluralità di voci e di esperienze, si presenta alle ore 18.00 al Cre.Zi. Plus
Alle ore 18.30 la regista Claire Simon presenta il suo Vous ne désirez que moi (Francia 2021)Nell’ottobre del 1982 l’ultimo compagno di Marguerite Duras, Yann Andrea, omosessuale e 38 anni più giovane della celebre scrittrice e regista, chiese a Michèle Manceaux, giornalista e vicina di casa della scrittrice di intervistarlo nella casa di Neauphle. Ne venne fuori una lunga seduta di autoanalisi, o meglio ancora una sorprendente conversazione sull’amore e le sue tante forme. Ancora una volta Claire Simon si confronta con un tema impegnativo e si distingue per il suo cinema coraggioso e audace, capace di porre domande che pochi osano.
Si prosegue alle ore 20.30 con Errante corazón di Leonardo Brzezicki (Argentina 2021), film ambientato tra l’Argentina e il Brasile, un viaggio pieno di contrasti, contraddizioni e passione, dove il protagonista balla di festa in festa mosso dal desiderio di amare ed essere amato. Un melodramma contemporaneo che guarda ai grandi classici del cinema di tutti i tempi.
La giornata si chiude alle ore 22.30 con Un été comme ça di Denis Coté (Canada, 2022). Geisha, Léonie ed Eugénie sono dipendenti dal sesso. Un’estate, accettano volontariamente di trascorrere ventisei giorni in una casa in compagnia di Octavia, una ricercatrice tedesca, e Samir, un assistente sociale. Per le tre giovani donne sarà un’occasione per esplorare il desiderio, domare i loro impulsi e riflettere su nuove modalità di interazione. 

DOMENICA 5 GIUGNO 2022

Giunge al termine la 12esima edizione del Sicilia Queer filmfest che nel suo ultimo giorno di programmazione alle ore 11.00 presso il Cinema De Seta propone la tavola rotonda Dove va il cinema internazionale?. Un incontro per approfondire e analizzare insieme le conseguenze e i cambiamenti della sala e della distribuzione cinematografica avvenuti negli ultimi anni di pandemia. Una serie di interrogativi per provare a capire cosa sta succedendo alle nostre abitudini di fruizione al cinema. Alla presenza di Jon Barrenechea (Global VP Distribuzione della piattaforma MUBI), Umberto Parlagreco (esercente Multisala Iris di Messina), Andrea Peraro (responsabile distribuzione Cineteca di Bologna). Modera Alessandro Rais (storico del cinema).
Alle ore 16.00 spazio ai classici con Requiescantdi Carlo Lizzani (Italia, 1967), un insolito Spaghetti Western dalle tinte marcatamente politiche, in cui il diritto alla libertà prevale sulla definizione della trama. Accanto a un indimenticabile Lou Castel e a un carismatico Mark Damon, compaiono nel cast anche Pier Paolo Pasolini – che interpreta il capo di un gruppo di ribelli che usa la pistola soltanto per lottare per il diritto alla libertà, Ninetto Davoli e Franco Citti. Nel centenario della nascita di Carlo Lizzani e di Pier Paolo Pasolini, un omaggio che mette l’attenzione sul corpo del poeta friulano e sulle sue prestazioni attoriali.
Dalle ore 18.30 l’appuntamento è con il cinema di Mark Rappaport e con due ritratti dedicati a due icone del cinema mondiale: Becoming Anita Ekberg (Stati Uniti, Francia 2014) eFrom The Jounrnals of Jean Seberg (Stati Uniti, 1995).
Alle ore 20.30 è in programma la cerimonia di premiazione dei film in concorso nella sezione Nuove Visoni e nella sezione Queer Short.
Il SQFF saluta il suo pubblico con Vortex di Gaspar Noé (Francia, 2021), riflessione sul cinema come sogno, una realtà alternativa che ci “salva” dalla vita reale in cui i corpi e i cervelli si decompongono e del sogno (e del cinema) restano solo ricordi. I corpi sono quelli di Dario Argento e Françoise Lebrun, lui regista intento a scrivere un libro sul cinema come sogno, lei psichiatra in pensione affetta da Alzheimer. Tra di loro uno straordinario e problematico figlio interpretato con talento da Alex Lutz. Attraverso uno split screen perenne, il regista trascina spettatori e spettatrici in un vortice da cui sembra impossibile sottrarsi, perché malattia e vecchiaia non risparmiano nessuno. Una storia d’amore e di morte.

PROGRAMMAhttps://www.siciliaqueerfilmfest.it/edizioni/sicilia-queer-2022

BIGLIETTI
Ingresso: Intero 5 € / Ridotto queer card 4 € / Studenti 3 €
Tutti i biglietti sono in vendita on line su vivaticket.it e presso il Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa).

*** *** ***

Sicilia Queer filmfest. I vincitori della 12esima edizione del Festival

La giuria internazionale della 12ª edizione del Sicilia Queer filmfest composta dal direttore artistico del New York Film Festival, l’americano Dennis Lim, dal pluripremiato produttore indipendente spagnolo Lluís Miñarro, dalla produttrice francese Judith Lou Lévy (vincitrice del gran premio della giuria a Cannes per Atlantique di Mati Diop), dal regista argentino Eduardo Williams (già vincitore di Cineasti del presente al Festival di Locarno) e dalla regista spagnola Tuixén Benet, vincitrice ex aequo del concorso del SQFF2021 assegna assegna il premio per il miglior lungometraggio della sezione Nuove Visioni First Time/The Time for All but Sunset – VIOLETdi Nicolaas Schmidt (Germania 2021). La stessa giuria assegna ad ex aequo il premio per il miglior cortometraggio – Queer Short a Amygdala di Maria Hatzakou (Grecia 2021) e aMars Exalté di Jean-Sébastien Chauvin (Francia 2022).

Il premio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), la cui giuria è composta da Emanuele Di Nicola e Gaia Simionati, va a Jerk di Gisèle Vienne (Francia 2021), mentre una menzione speciale viene assegnata a First Time/The Time for All but Sunset – VIOLETdi Nicolaas Schmidt.

La giuria del Coordinamento Palermo Pride premia invece Dans le silence d’une mer abyssaledi Juliette Klinke (Belgio 2022) e attribuisce una menzione speciale a Too Rough di Sean Lìonadh (UK 2022).

CORRELATI

Ultimi inseriti